sabato 24 marzo 2007

Rifondiamo il Contratto Sociale nel rispetto di Libertà e Legalità, con meno regole e più rigore

Uno dei più grandi difetti della nostra società è la mancanza, nei cittadini e negli amministratori, di quel senso civico che imporrebbe di percepire l’intero apparato statale come al servizio del cittadino, e le sue leggi come necessarie all’ordinato ed equilibrato svolgimento della vita di ognuno di noi.
Invece, per ragioni storiche e culturali, le leggi sono percepite come vincoli che è prassi imporre od eludere (a seconda della propria posizione) senza ritegno, e sono prive di un valore morale condiviso.
Questo stato di cose è terribilmente iniquo perché di fatto svuota di efficacia allo stesso modo leggi giuste ed ingiuste, lasciando la società in uno stato di semi-anarchia che premia i forti a danno dei deboli.
Per curare questa mancanza di senso dello Stato è prima di tutto necessario che l’opionione pubblica prenda coscienza della stupidità della situazione attuale. E poi ci vorranno generazioni per cambiare lo stato di cose.

Principio di legalità
Mi permetto di suggerire di iniziare da subito, introducendo a tutti i livelli dell’Apparato Statale il principio di legalità per cui, se una legge non viene rispettata dalla maggioranza dei cittadini per un certo periodo, questa automaticamente decade. Possibilmente con una penalizzazione per l’ente che ha emesso la legge e non l’ha fatta rispettare.
Ciò spingerebbe i legislatori locali e nazionali a:
scrivere leggi che per i cittadini sia praticamente possibile rispettare,
impegnarsi a diffondere la conoscenza della legge, a spiegarne le motivazioni
ed infine (una volta guadagnatosi coi punti 1 e 2 il diritto etico di farlo) a pretenderne il rispetto con i necessari controlli e sanzioni.

In pratica
Questo principio si applica in ogni campo, nelle piccole cose di tutti i giorni come nelle questioni di massimo interesse nazionale.
In altri termini, con un esempio spicciolo e concreto, non sopporto che un Comune possa istituire un divieto di sosta in una strada dove per decenni nessuno lo rispetta, limitandosi a far passare i vigili a far multe un paio di volte l’anno solo per fare cassa.
E’ iniquo per gli sfortunati (2 su 365) che si prendono la multa.
E’ diseducativo per tutta la cittadinanza, per i giovani, per i nuovi cittadini a cui si dovrebbe insegnare a rispettare le regole.
E’ inutile perchè non tiene libera la strada (tranne 2 giorni all’anno).
E’ controproducente perchè alla lunga i cittadini si abituano a non rispettare le regole che dovrebbero essere di utilità comune.
In altre parole Diseduca al Senso Civico!
Ed è ben facile pensare che i cittadini applichino lo stesso comportamento a regole più importanti (prima tra tutte il pagamento delle tasse.)
Chiedo ai nostri amministratori che si impegnino a darci regole “RISPETTABILI”.
Rispettabili in tutti i sensi: che sia possibile rispettarle praticamente, che siano motivate e fatte rispettare.
Il mio sogno è di un paese civile, dove ci sono POCHE regole, CHIARE, CONOSCIBILI e diffusamente CONOSCIUTE, RAGIONEVOLI, GIUSTIFICATE, RISPETTABILI e dai più RISPETTATE.
Un paese dove io che rispetto la regola non mi debba sentire un esemplare raro perchè in quel paese LA MAGGIORANZA LE RISPETTA!

Meno regole, più rigore!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sono daccordo

Anonimo ha detto...

D'accordo. Ma meno condizionali "... si dovrebbe..." e piu' vera volonta': "si deve, quindi io devo e io comincio subito". Inutile apettare che gli altri facciano quello che io non voglio fare.
Dal Canada (senza rimpianto)

Daniel ha detto...

Rispetto quella che intuisco essere stata la tua scelta: andarsene in un paese dove le regole sono RISPETTABILI e le maggiornaza le RISPETTA.

Per chi resta in Italia, solo convincendo la maggioranza avrà senso sottomettersi alle regole.
Farlo da soli significherebbe passare una vita da FESSI in un paese di FURBI.

E comunque per convincere la maggiornaza le regole devono pur diventare RISPETTABILI!